Mario sironi, illustrazione dal volume de Le Laude di Iacopone da Todi
"Sironi teneva un cane al guinzaglio, il giorno in cui i partigiani lo fermarono sull'autostrada Milano-Como. Parlo del pittore Mario Sironi e del 25 aprile. Mezz'ora prima ragazzi con fatiscenti moschetti modello 91 si erano buttati contro una colonna di carri armati tedeschi. Li avevano visti balzare dalla scarpata. Poi compare questo signore ambiguo, tutto grigio, con quel cane e un sorriso disperato. "Sironi Mario? - lessi, puntando sull'interrogativo, dalla carta d'identità - il pittore delle periferie?" [ ... ] Non so se posso vantarmene: gli firmai il lasciapassare, in nome dell'arte. Non dissi al comandante della brigata quelle tali cosette. Gli avevo appena consegnato John Emery, il supertraditore inglese, figlio di un ministro inglese, addetto alla propaganda nazista. Per un Ernery uno si può tenere un Sironi. Non me ne vanto [ ... ].
Se ne andò con il suo cane, non importa dove. Aveva perduto qualcuno, non mi interessava chi. Per me la sua pittura era stata una lezione di tragedia. [ ... ]
Non c'è pittore che valga i suoi quadri."
Gianni Rodari
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