Una scoperta: il Pictorial Turn


Qualunque cosa sia il pictorial turn, dunque, dovrebbe essere chiaro che esso non è un ritorno alle teorie ingenue della rappresentazione basata sulla mimesi, sulla copia o sulla corrispondenza, o una rinnovata metafisica della presenza dell'immagine pittorica: esso è piuttosto una riscoperta postlinguistica e postsemiotica dell'immagine come interazione complessa tra visualità, apparato, istituzioni, discorso, corpi e figuratività. E, insomma, la consapevolezza del fatto che l'essere spettatore (il guardare, lo sguardo, il colpo d'occhio, le pratiche di osservazione, la sorveglianza e il piacere visivo) può essere una questione altrettanto profonda delle varie forme di lettura (decifrazione, decodificazione, interpretazione ecc.), e che l'esperienza visiva, o l'alfabetizzazione visuale, potrebbe non essere completamente interpretabile sul modello della testualità. Cosa più importante, il pictorial turn è la consapevolezza che, nonostante il problema della rappresentazione visiva sia sempre stato presente, adesso preme senza darci scampo e con una forza senza precedenti, a ogni livello della cultura: dalle più sofisticate speculazioni filosofiche alle più volgari produzioni dei mass media. Le strategie tradizionali di contenimento non sembrano più adeguate, e la necessita di una critica globale della cultura visuale sembra ineludibile.

W.J.T. Mitchell

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